CREMAZIONE
Si tratta di una modalità di sepoltura alternativa alle tradizionali tumulazioni ed inumazioni che consiste nell’incenerimento del cadavere in particolari impianti costruiti a tale scopo in aree cimiteriali predisposte.
Occorre subito precisare che le attuali leggi che regolano la materia consentono che la volontà alla cremazione possa essere espressa dall’interessato in vari modi:
- mediante testamento,
- con l’iscrizione ad un’associazione che abbia come finalità la cremazione degli iscritti (le cosiddette So. Crem.),
- con la manifestazione di volontà del defunto espressa dal coniuge o dal parente più prossimo.
Le ceneri derivanti dalla cremazione (che nel 2018 ha raggiunto il 28,93% come forma di sepoltura in Italia), nel rispetto della volontà del defunto, possono essere tumulate, interrate, affidate ai familiari o disperse. Quando si parla di cremazione oltre alle leggi ed ai regolamenti riguardanti la materia non bisogna dimenticare gli aspetti culturali e religiosi che sono intimamente legati a tutto ciò. Al riguardo, importante è considerare la posizione della Chiesa la cui preferenza, tradizionalmente, è per la sepoltura dei corpi nel cimitero.
I motivi di questa predilezione sono molteplici e riguardano la tutela del corpo battezzato, destinato a divenire corpo glorioso alla fine dei tempi, inoltre la sepoltura favorisce l’elaborazione al lutto mantenendo i legami con il defunto attraverso la preghiera e richiama i Vangeli che descrivono l’estrema cura riservata la corpo di Gesù morto.
La Chiesa fino al 1963 vietava con la scomunica la cremazione, associandola alla negazione dei dogmi cristiani o all’odio contro la religione cattolica e alla Chiesa.
Oggi nel Catechismo della Chiesa Cattolica se ne riconosce la legittimità “se tale scelta non mette in questione la fede nella resurrezione dei corpi”.
Infatti l’incenerimento dei cadaveri, come non tocca l’anima e non impedisce all’onnipotenza divina di ricostruire il corpo, così non contiene in sé e per sé l’oggettiva negazione dei dogmi della Chiesa.
E’ quindi solamente la volontà umana che può trasformare la cremazione in un mezzo per il dispregio del corpo o della dottrina cristiana.
La cremazione del corpo deve sempre avvenire dopo i riti che si celebrano in Chiesa, salvo motivate eccezioni quali ad esempio una eccessiva lontananza (Paesi stranieri) o particolari motivi igienici.
La Chiesa pone ancora il divieto di disperdere le ceneri, in quanto il gesto richiama confusioni panteistiche e ne vieta la conservazione in ambito familiare in quanto anche la sepoltura dell’urna ricorda all’uomo la terra dalla quale egli è stato tratto ed alla quale ritorna, ed è inoltre un gesto che evoca la sepoltura di Gesù, chicco di grano che, caduto in terra, ha prodotto molto frutto.
Da un punto di vista strettamente pratico la cremazione coinvolge l’intero feretro ossia il cofano funebre che contiene le spoglie del defunto.
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L’incenerimento consente di accelerare in soli settanta minuti il disfacimento del corpo umano che, in natura, dovrebbe avvenire entro dieci anni con l’inumazione e in non meno di vent’anni con la tumulazione.
Nelle tumulazioni però questo non avviene quasi più; nemmeno dopo quaranta anni.
Il motivo di questo stravolgimento fisiologico è dovuto al mix dato dalla tipologia di sepoltura già molto conservativa (tumulazione), cui si uniscono altri fattori quali ad esempio i cibi che ingeriamo (contenenti i più vari conservanti), i farmaci che assumiamo, i materiali sempre più sofisticati che, per legge, vengono utilizzati durante le sepolture, le condizioni climatiche all’interno dei sepolcri.
Tutto questo a volte anche si verifica anche nelle inumazioni (ossia nelle sepolture ricavate nella semplice terra). Per questo motivo i cimiteri, soprattutto i più grandi, sono sempre maggiormente bloccati da sepolture che non trovano il loro naturale “termine biologico”.
In questo contesto si inserisce l’impianto crematorio che, grazie a sofisticati accorgimenti, rende pressoché inesistente l’inquinamento ambientale (non ci sono fumi, l’odore viene eliminato dalle alte temperature del processo che si svolge tra i 900 e i 1050 gradi) e mantiene l’identità delle ceneri che, al termine dell’operazione di cremazione, vengono collocate in un’urna cineraria.
Si precisa infine che, con il termine ‘ceneri’ si definisce, nella realtà, la polvere di calcio che si ottiene dopo che i resti ossei dell’intero scheletro, al termine dell’incenerimento, vengono polverizzati da apposite apparecchiature.
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